Farinata di Ceci ai Porri, ovvero, Va Dove ti Porta il Cibo

farinata-ceci-porriOggi l’Angolo di Giò ci propone la Ricetta della Farinata di Ceci ai Porri.

Scopriamo come fare in casa questa nuova prelibatezza della Cucina Naturale e… del cuore. Perché, come insegna Giovanna, non esiste una buona cucina senza coinvolgimento di anima e corpo. E un pizzico di sano umorismo!

Ci sono tre ricordi particolari della mia infanzia legati al cibo, ricordi di odori e sapori di materia prima vivente e piena di sole. Il primo è quello dei pomodori appena colti e ancora caldi mangiati nell’orto di mia zia: dal produttore al consumatore ancorché apprendista giardiniere! Il secondo è quello delle fragole del suddetto orto, che a vedere oggi quelle del supermercato anche quando è stagione mi viene da piangere. Il terzo è soprattutto olfattivo. Mare, Liguria, strade che portano alla spiaggia, odore intenso di fichi che maturano sulle piante: mi manda in estasi ancora adesso che ho l’età per dire che lo trovo estremamente sensuale e inebriante.

Che c’entra tutto ciò con la farinata, ci si potrebbe domandare… Niente, ma quando mi appresto a fare la farinata di ceci mi viene inevitabilmente in mente la Liguria ed il mare, che mi hanno rammentato i fichi, che mi hanno riportato agli altri due odori-sapori della mia bambina perduta. Da qui l’incipit.

Si sa che la mente a volte ti porta là dove non te lo aspetti e a volte ti porta fino al cuore se non è stato addirittura lui a cominciare tutto! Dilemmi filosofici che non si addicono ad una cuoca? Può darsi, ma qualcuno pensa che siamo fatti di ciò che mangiamo e, se si dà a questa frase il giusto peso, una buona cuoca non solo è filosofa, ma è anche all’occorrenza artista nonché medico e psicologa, senza tralasciare i più ovvi ruoli di mamma, moglie, amante!

Vabbé, ma che si cucina oggi? Oggi si cucina farinata di ceci, appunto. La faccio in giornate come questa, quando voglio preparare qualcosa di diverso, ma di semplice e goloso, efficace come antipasto se si hanno ospiti, oppure per completare un pranzo o una cena quotidiana che fa da secondo e che se avanza è ottima anche il giorno dopo e te la puoi portare in ufficio. E che non mi si dica che è pesante, nonostante qualche rosticciere un po’ ruspante riesca a fartela digerire dopo tre giorni. Ma niente paura se fatta in casa da voi e… seguendo le mie indicazioni, ovvio.

farina-ceciPer fare la farinata ci vuole la farina di ceci. La si trova in ogni supermercato e, come di consueto, consiglio possibilmente quella biologica. Non abbiate paura di comprarla: se passeranno mesi dall’entusiasmo di oggi alla vostra prima farinata, lei sarà lì ad attendervi nel posto più remoto della dispensa finché arriverà il suo momento, anche se l’avrete riscoperta per caso e la userete per pietà per non buttarla via scaduta.

E poi, se non la consumerete tutta e non sentirete il bisogno di cucinare la farinata tutte le settimane, la si può sempre aggiungere per esempio ai ripieni di torte salate, che quelle so che le fate un giorno sì e uno no! Forza e coraggio allora, che è facile e godereccia.

Allora… prendo una tazza di farina di ceci e la mescolo usando la frusta con tre tazze d’acqua. Metto il tutto in frigorifero per qualche ora di riposo. In una padella faccio appassire per qualche minuto il porro tagliato sottile con un pizzico di sale. Poi faccio quello che devo o desidero e, dopo qualche ora, tiro fuori la pastella dal frigo e le aggiungo un po’ di sale, pepe, poco olio, un po’ di rosmarino o menta e mescolo bene.

Prendo una teglia e la ricopro di carta da forno leggermente unta d’olio. Vi verso prima le verdure poi la pastella e metto in forno a cuocere a 200° per 20/25 minuti e poi è tutta da gustare… calda.

E voi, che associazioni fate pensando ad un cibo, ad un ingrediente? Che ricordi avete nella vostra memoria, nel vostro naso, sulla vostra lingua? Lasciandovi guidare da loro vi potete concedere qualche malinconia, ma potete anche trovare l’estro di reinventare piatti e ricette da servire rigorosamente con la lacrimuccia!

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